venerdì 30 settembre 2011

escherichia o ISTERIAchia coli...?

Non trovate che tutta questa pubblicità al batterio Escherichia coli - che in realtà esiste dalla notte dei tempi, e quando non ci sono condizione igieniche adeguate (che niente hanno a vedere con pesticidi o simili) può diventare pericoloso, esattamente quanto il botulino se non si confezionano adeguatamente i sottovuoto -  sia insolitamente scoppiata quando i pesticidi perdono terreno e l'agricoltura biologica prende sempre più piede?
Non vi pare quantomeno sospetto ???

Mi riferisco al nuovo allarme scoppiato negli Stati Uniti, di cui ho letto un trafiletto su di un quotidiano un paio di giorni fa'. Guarda caso si punta sempre il dito sulle produzioni locali, su quegli agricoltori che tentano di produrre cibo sano, non ogm (geneticamente modificato), ottenuto attraverso sistemi di produzione biologici, organici o meglio ancora biodinamici. Quelli, insomma, che non si legano per la vita a multinazionali come ad esempio la Monsanto, subendo l'inevitabile ricatto di un legame sempiterno, nutrito a base di terreno rovinato e filiera chimicodipendente.
Pensate ai nostri territori, dove è bastato tornare ai vecchi e sani sistemi come l'alternanza delle colture per ridurre l'apocalittica moria delle api che ci colpì qualche anno fa. Adesso si vuole revocare la sospensione dell'uso dei pesticidi allora incriminati ( i neonicotinoidi con cui si conciavano i semi) e riprendere improduttive e pericolose monocolture….Come si può essere tanto stupidi??

Pare si voglia indurre la percezione distorta che senza pesticidi e super semi e monocolture si rischia grosso, addirittura la vita.

Bene, la verità, OGGETTIVA ED INDISCUTIBILE, è esattamente speculare.

Le monocolture distruggono i terreni e fortificano i parassiti nocivi. I "supersemi" distruggono la biodiversità imponendosi sopra gli altri con conseguenze enormi sulle nostre vite, impedendoci di accedere a tutti quei nutrienti "buoni" che i vari e diversi alimenti naturalmente ci fornirebbero (ma tanto ci possiamo imbottire di medicine, magari prodotte dalle stesse multinazionali, no?).
L'uso dei pesticidi, sia diretto che indiretto, ha conseguenze incalcolabilmente dannose, sia per noi, che per la vita in generale con la quale si vengono trovare in contatto.

Negli ultimi tre anni, infatti, grazie alle disposizioni prese per tamponare la  moria di api di cui sopra, abbiamo avuto la riprova di questo. Con il ritorno alla rotazione delle colture, non si è assistito ad un'apocalisse di insetti e virus come paventato dall'industria. Anzi, un "anzi" grosso come una casa.


Questi sono fatti. Punto. E se un Armageddon dovrà esserci, davvero vogliamo crederlo vestito da Escherichia coli?

Scusate lo sfogo.

giovedì 29 settembre 2011

Gli attrezzi dell'orto. Parte seconda:

GLI ATTREZZI NECESSARI




 La Vanga
 Che dire, io ne ho un paio, visto che una come saprete si è letteralmente consumata. Le mie sono a forma di scudo, ma ce ne sono di differenti, in base al terreno, quindi vi conviene acquistarne una che sia "di zona" chiedendo ovviamente al rivenditore o confrontandovi con i vicini di orto.



La Zappa
 Che poesia. La zappa. Già ti immagino l'uomo chino sulla terra. Più che poesia, che fatica! Eh già, ma vale la pena sottolineare che una sola mica basta! Infatti insieme alla grande zappano, bisognarà tenere anche due più piccole e leggere, una a punta per i solchi, una piatta per i "lavoretti alla svelta"



Il Forcone
 Si usa per punzecchiare il di dietro degli sventurati…eh eh. Altro attrezzo bellissimo, serve a far respirar la terra, spezzettarne le zolle, oltre, ovviamente, a spostare il necessario. Mi raccomando, le quattro dita devono essere di acciaio temprato.


Il Rastrello
 Per noi è utile quello piccolino, tozzo e con le dita piccoline e corte, perché si deve usarlo per pareggiare e poco altro.



Il Trapiantatoio
 Eccoci qua, secchiello e paletta! ops, secchiello e trapiantatoio. Si, quello là, avete capito bene! Dovremmo già averlo anche se facciamo giardinaggio. Il manico deve essere confortevole e la lama spessa.



La Carriola
 Indispensabile per spostare di tutto. Foglie, letame, compost , scarti vari, e via discorrendo… Basta avere un giardino da "mantenere" per sapere quanto serva. Io ne ho una vecchissima in ferro. Vagamente azzurra. E' storica e solidissima. In giro ne ho viste anche di materiale plastico, ma non posso dare un giudizio, a parte buttare lì un'idea a qualche azienda produttrice: e se ne commercializzaste una in materiale completamente riciclato? La ECOrriola….(Il copyright ovviamente è MIO!!!)



Le Forbici
 Sarebbe meglio averne un paio comodo sulle mani, con lame robuste, e uno con lame più lunghe e sottili per i lavori "di fino" e le ripuliture.



A tutto questo, aggiungiamo un buon cappello di paglia a tesa media,  dei guanti agili ma robusti, degli stivali di gomma. Quando si passano ore lavorando sotto il sole con le mani sempre ad afferrare ed i piedi nella terra, sono cose che aiutano.




sabato 24 settembre 2011

Gli attrezzi dell'orto




L'altro giorno ho notato quanto si fosse accorciata la lama della mia vanga. 
L'ho avuta in eredità da mio nonno, così come molte delle cose che so sulla materia, e gran parte della passione che ci metto.
Gli attrezzi sono molto importanti. Un "corredo" sbagliato, può infatti pregiudicare il risultato del lavoro, e quando questo richiede molta fatica e dedizione, vien da sé che sia fondamentale sceglierlo con cura.
Svuotereste mai un lago con un cucchiaio?

Per sceglierli come si deve, bisogna considerare come si intende usarli, la nostra struttura fisica, e perché no, anche la nostra forma mentale.
Infatti, se si è pratici e sicuri di sé, potranno bastare gli indispensabili. Se, al contrario, si è più meticolosi, magari un po' insicuri e meno esperti, allora sarà opportuno arricchire ulteriormente il proprio parco attrezzi per far fronte più facilmente alle fatiche e agli inconvenienti.
Riguardo alla struttura fisica, sarà d'obbligo "indossare" gli strumenti prima di acquistarli, proprio come quando si provano le scarpe. La lunghezza delle braccia, o del busto, infatti, cambiano completamente le esigenze rispetto ad un manico, così come la forma delle mani e la loro grandezza, ci indicano quale impugnatura sia più opportuna per le forbici, e via discorrendo.
Un'altra cosa importante è preoccuparsi che i manici siano di un legno "buono", come diceva mio nonno. Ovvero, per evitare fastidiose vesciche (che dovendo continuare a lavorare diventano a volte insopportabili) bisogna acquistare manici in frassino o faggio. Anche a discapito della leggerezza, care ragazze mie, le vostre dita vi ringrazieranno!
Fondamentale, infine, accertarsi che l'attrezzo sia in ferro forgiato e pesante. La latta è carina e leggera, ma si piega al primo colpo….




Ricordate, qualche soldino in più investito in qualità, vi farà risparmiare fatica, sudore, arrabbiature, e sapesse ulteriori in futuro! (omammamia...sembro marta stewart!)

Insomma, io ho bisogno di una vanga nuova da applicare al mio vecchio manico di frassino. Mi faccio un giro di shopping….